Non sempre la vita consente di mantenere le promesse; quelle artistiche poi!... ancora più raramente. Aveva studiato da tenore fin da giovanissimo, il protagonista di questo ‘one man show’ ed era una vera promessa del bel canto; persino il celebre tenore Mario Del Monaco si aspettava grandi cose da lui. Ma le sue scelte andarono da un’altra parte per una serie di ragioni e vicissitudini diverse, per cui si ritrovò ad un certo punto della vita a fare l’attore; per libera scelta certo, ma alla fin fine sempre un po’ condizionata da eventi incontrollabili e “fatali”; a fare l’attore di prosa e per giunta al sud del mondo, alla periferia di tutto. Per libera scelta anche questo. Ma se c’è almeno un poco di talento, prima o poi esso finisce con l’emergere, anche nelle condizioni più sfavorevoli. Così, questo ex tenore va a riscoprire nientemeno che l’unica maschera teatrale pugliese, Don Pancrazio Cucuzziello, di cui quasi nessuno sapeva niente perché se ne erano dimenticati tutti dopo secoli di oblio e di “emigrazione”, e finisce per identificarsi in essa, con tutti i vizi, molti, i difetti, ed i pochi (o molti) pregi del popolo pugliese. Un attore “dotto” malgrado la sua stessa volontà; “intellettuale”, lui che rimpiange i tempi in cui gli attori mangiavano in cucina e quando morivano venivano seppelliti in terra sconsacrata.

Anche qui qualche antica canzone napoletana, una macchietta e un sospiroso rimpianto, accompagnano le vicende di questo attore-tenore, rendendole piacevoli e lievemente divertenti.